Ferro, acciaio, ottone, tessere di vetro e alluminio
L’anima di quest’opera risiede nel suo profondo legame con i principi del riciclo e dell’economia circolare. Nasce dal riuso di materiali di scarto come ferro, alluminio, ottone e frammenti di tessere di mosaico. Lontano dall’essere semplici rifiuti, questi elementi vengono rigenerati e, attraverso la loro unione artistica, acquisiscono una nuova vita e una nuova identità, visiva e tattile ricca di significato.
L’opera crea un dialogo tra mondi e materiali eterogenei. Realizzata prevalentemente da scarti di lavorazione industriale, esplora l’interconnessione tra lean production (produzione senza il minimo spreco) ed economia circolare. Questo connubio di concetti viene rappresentato in modo parossistico, mettendo in evidenza il conflitto ambientale. L’utilizzo scorretto dei materiali non solo danneggia l’ambiente, ma comporta una perdita di risorse che va contro il principio di ricchezza intrinseca della natura capace di rigenerarsi. In questo contesto, l’opera enfatizza un approccio disarmonico che valorizza il riutilizzo dei materiali provenienti dalla vita quotidiana, dall’industria e dalla natura stessa. Questa sinergia tra arte, umanità e ambiente è rappresentata dall’opera ”Accordo 55”, che sensibilizza gli spettatori alla ricerca attiva dell’armonia e al rispetto per l’ambiente, mettendo in luce il desiderio di riscatto e l’emancipazione della materia, destinata a una nuova vita. È un invito a riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti del pianeta e a considerare il valore intrinseco di ogni materiale.
SCHEDA TECNICA
Autore: Maria Halip Anno: 2024 Dimensioni: 110 x 50 cm Materiali: ferro, ottone, alluminio, tessere di vetro